Atti 24:20

10 Versetti 10-21

Paolo dà un giusto resoconto di sé, che lo scagiona dal crimine, e mostra anche la vera ragione della violenza contro di lui. Non lasciamoci mai allontanare da una strada buona perché ha un nome cattivo. È molto comodo, nel culto di Dio, guardare a lui come al Dio dei nostri padri e non stabilire altra regola di fede o di pratica se non le Scritture. Questo dimostra che ci sarà una risurrezione per un giudizio finale. I profeti e le loro dottrine dovevano essere provati dai loro frutti. L'obiettivo di Paolo era quello di avere una coscienza priva di offese. La sua cura e il suo sforzo erano di astenersi da molte cose e di abbondare in ogni momento negli esercizi della religione, sia verso Dio che verso gli uomini. Se ci viene rimproverato di essere più attivi nelle cose di Dio rispetto ai nostri vicini, cosa rispondiamo? Ci sottraiamo all'accusa? Quanti al mondo preferirebbero essere accusati di qualsiasi debolezza, anzi, persino di malvagità, piuttosto che di un sentimento di amore sincero e fervente verso il Signore Gesù Cristo e di dedizione al suo servizio! Possono forse pensare che Egli li confesserà quando verrà nella sua gloria e davanti agli angeli di Dio? Se c'è uno spettacolo gradito al Dio della nostra salvezza, e uno spettacolo di cui gli angeli si rallegrano, è quello di vedere un devoto seguace del Signore, qui sulla terra, che riconosce di essere colpevole, se è un crimine, di amare il Signore che è morto per lui, con tutto il cuore, l'anima, la mente e la forza. E che non vuole vedere in silenzio la parola di Dio disprezzata o sentire il suo nome profanato; preferisce rischiare il ridicolo e l'odio del mondo, piuttosto che un solo cipiglio da parte di quell'Essere benevolo il cui amore è migliore della vita.

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